Il Legal Design è un nuovo approccio al mondo giuridico che combina due aspetti che sono solo apparentemente non correlati: il diritto ed il design.
Una prima definizione di Legal Design ci viene fornita dalla Prof.ssa Margaret Hagan, Direttrice del Legal Design Lab e docente allo Stanford Institute of Design: “l’applicazione del design incentrato sull’uomo al mondo del diritto, per rendere i sistemi e i servizi giuridici più centrati sulla persona, funzionali e soddisfacenti.”
Invero con il termine “legal” possiamo intendere tutto ciò che riguarda l’ambito del diritto e della giustizia, vale a dire testi normativi, decisioni giudiziarie, procedure, contratti, condizioni generali, provvedimenti amministrativi, materiale informativo, ecc… Il termine “design”, invece, non è legato al rigido panorama giuridico, ma al più creativo processo di visualizzazione delle immagini per facilitare la comunicazione e la realizzazione di progetti capaci di catturare l’attenzione e coinvolgere il destinatario del messaggio. Dunque la progettazione giuridica è un modo per valutare e creare servizi giuridici prestando particolare attenzione a che gli stessi siano utilizzabili, efficienti e coinvolgenti per i loro fruitori.
A tal fine è essenziale porre le persone al centro della creazione degli elaborati giuridici, in modo da consentire una migliore comunicazione e ridurre al minimo l’insorgere di controversie derivanti da incomprensioni e difficoltà nell’interpretazione del testo o di alcune sue clausole, così da garantire una maggior tutela giuridica e un minor dispendio economico per il cliente. Questo si può ottenere applicando i criteri del Legal Design che permettono di semplificare il linguaggio e l’impostazione dei contenuti attraverso riassunti grafici, infografiche, mappe e strumenti interattivi. Il Legal Designer, utilizzando questi strumenti, consentirà all’utente di comprendere appieno il contenuto normativo, conducendolo a prendere decisioni ponderate in linea con quanto espresso nel testo, senza difficoltà di comprensione da parte sua.
Da un punto di vista storico il Legal Design è un ponte ideale costruito tra il vecchio ed il nuovo continente. Esso nacque dalla fusione di due concetti sviluppati inizialmente in un due contesti accademici distinti a partire dagli anni ‘90: il Proactive Law, sviluppato in Finlandia dalla Prof.ssa Helena Haapio dell’Università di Vaasa, per mano della Nordic School of Proactive Law (NSPL), nata a partire dalla elaborazione del Proactive Law Movement nel 1998 ed il Design Thinking, coniato nel 2000 all’interno del Legal Design Lab della Stanford Law School (USA), coordinato dalla Prof.ssa Margaret Hagan. Entrambi gli approcci sono funzionali alla teoria dello Human-Centered Design – porre al centro l’utente finale – rendendo maggiormente produttiva la comunicazione tra l’uomo e tutto ciò che lo circonda.
Sebbene i due concetti risultino sviluppati in ambiti di studio diversi, essi presentano degli elementi in comune che hanno permesso la loro fusione e la conseguente nascita del Legal Design, tra i quali l’elaborazione di una comunicazione logica, semplice, e trasparente; l’operatore del diritto deve approcciarsi in maniera tale da rendere chiara ed intuitiva la comprensione di ciò che egli sta presentando al cliente. In quest’ottica, è predominante l’approccio multidisciplinare che consiste nel confronto tra più professionisti afferenti all’area giuridica e al mondo del graphic design, nonché al campo della programmazione informatica.
In altre parole lo scrivere giuridico ed il Legal Design sono strumenti tecnici mediante i quali acquisire – attraverso diversi livelli di approfondimento ma sempre in una visione multidisciplinare – consapevolezza di ciò che viene redatto e di come viene redatto, ponendo al centro dell’elaborazione giuridica l’essere umano.