di Moreno Marazzi
Con l’acronimo DSA si intende una categoria diagnostica appartenente alla famiglia dei disturbi del neurosviluppo. Rappresentano un disturbo a carattere neurobiologico, cronico e riguardano le tre abilità di base dell’apprendimento scolastico: lettura, scrittura e calcolo.
I disturbi specifici dell’apprendimento si manifestano con caratteristiche diverse nel corso dell’età e delle fasi di apprendimento. La diffusione dei DSA tra i bambini italiani in età scolare mostra un’incidenza oscillante tra il 2,5% e il 3,5%.
Una caratteristica rilevante nei DSA è la comorbilità di più di un disturbo specifico dell’apprendimento o la compresenza di altri disturbi (es. attenzione, linguaggio).
Tra i disturbi dell’apprendimento troviamo:
- Disturbo specifico della lettura (dislessia): lettura lenta, poco fluida e/o poco accurata, che rende molto faticoso il processo di decodifica e può impattare negativamente sulla comprensione dei testi;
- Disturbo specifico della compitazione (disortografia): produzioni scritte che presentano un numero di errori ortografici maggiore di quanto previsto in base all’età, al profilo intellettivo e al livello d’istruzione, non imputabili alla mancanza di esperienza o a problemi motori e sensoriali;
- Disturbo specifico della componente grafo-motoria della scrittura (disgrafia): difficoltà specifica a carico dell’aspetto grafico e motorio della scrittura, che risulta disordinata, illeggibile o caratterizzata da troppa lentezza. La mano può scorrere con fatica sul piano di scrittura, la prensione della penna è molte volte scorretta, con alterazioni della pressione (in eccesso o in difetto) sul foglio;
- Disturbo specifico del calcolo (discalculia): difficoltà che riguardano le abilità strumentali dell’area del calcolo come la transcodifica numerica (lettura, scrittura e ripetizione di numeri), il recupero di fatti aritmetici (es. tabelline), lo svolgimento di calcoli a mente e calcoli scritti, la rappresentazione semantica dei numeri.